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La vita è un dono, un grande dono; e,  come tale, ognuno di noi vuole viverla bene. Vivere bene è per molti un desiderio, un’aspirazione e, al tempo stesso, un obiettivo.

Ma vivere bene, secondo me, è solo il punto di partenza, perchè la vita va vissuta al meglio e il vero obiettivo è quello di essere al top delle proprie potenzialità e di esprimersi nella propria completezza.

Ognuno di noi ha dei talenti, e questi talenti ci rendono unici. Vivere nei talenti amplifica le nostre capacità, la nostra forza; ci rende carismatici e performanti e, soprattutto, ci da la consapevolezza, la soddisfazione e la gioia di essere sulla strada giusta, di vivere la “nostra vita”.

Ho avuto la fortuna di incontrare molti sportivi, di essere a stretto contatto con campioni che puntavano all’eccellenza o che, pur essendo ai massimi livelli, volevano migliorare per mantenere e rafforzare la loro posizione, e da loro ho imparato tanto.

Mi ricordo la telefonata dalla Norvegia in cui si avvertiva la paura di perdere, il dubbio, la forte angoscia, la rabbia ma anche la grande voglia di vincere dopo una gara andata male e in cui l’avversario, il secondo in classifica di Coppa del Mondo, che vince, ti mangia punti ed è pronto al sorpasso a due gare dal termine della stagione.

Un minuto per decidere. Volo, riequilibrio, armonia a livello fisico e mentale e via, con l’umiltà di chi sa chiedere aiuto e la grande forza di chi sa che può giocarsela con chiunque, perchè in quel momento è al meglio, ha rispetto dell’avversario, ma sa anche che non gli concederà regali. E da lì il sorriso e gli occhi che brillano nel guardare la coppa di cristallo alzata al cielo.

È successo anche che nel momento di massima forma si incorresse in un trauma. Sosta forzata e il giorno di una prova importante che si avvicina velocemente. Costanza, disciplina, tenacia e forte desiderio di farcela, la volontà di esserci e di esserci da vincente. Ogni azione è orientata al risultato, tutto programmato e visualizzato, ed ecco che il miracolo si avvera, perchè grande è stato l’artefice del miracolo stesso.

In quest’occasione la vittoria è sfumata di pochissimo ma resta la consapevolezza di aver dato tutto e di aver fatto qualcosa di straordinario, di aver lottato “fino in fondo”.

E cosa dire del grande, profondo silenzio di un atleta che incorre in un brutto incidente, con gravi fratture in tutto il corpo? La sua vita di sportivo sembra compromessa. Addirittura pare compromessa la sua capacità di recuperare completamente la funzionalità.

In quel silenzio c’erano la consapevolezza e l’accettazione della situazione, ma, da quel silenzio e da quegli occhi lucidi, traspariva la grande volontà di un uomo umile, dai principi veri e profondi; grande lavoratore e faticatore, che mai e poi mai avrebbe mollato.

Piano piano all’inizio e poi sempre più velocemente, facendo passi da gigante, ignorando i piccoli ostacoli di tutti i giorni e con lo sguardo fisso al traguardo prefissato,  ecco il miglioramento e, in pochi mesi, , anche un pò irresponsanbilmente, ma spinto dalla grande passione, il ritorno alle gare.

È parlare del suo sport, della sua passione che illumina i suoi occhi, ed è per questo che è tornato a vincere.

Sono tre aneddoti, tre storie di sport che sono soprattutto tre storie di vita così come la bella storia del ciclista professionista che in questi giorni torna alle corse dopo tre operazioni al ginocchio sinistro colpito da una forma tumorale e dopo 130 giorni di stampelle: bentornato!

Loro sono campioni di sport e si sono rivelati campioni nella vita, perchè, indipendentemente da quello che fanno, puntano al top, perchè sanno che solo questa è la strada giusta.

È vero, ci possono essere alti e bassi, ci possono essere difficoltà, ma è solo nella sfida che puoi far valere fino in fondo i tuoi talenti. Bisogna volerlo!

Valete! A presto,

Fausto